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Antico Egittto - La GENESI e la FENICE

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La  Genesi

IL  NUN -  Caos o Acque Primordiali

 
                                

I  “Testi delle Piramidi”, una sorta di raccolta di scritti di carattere religioso, così riportano:     

                             “Salute a Te, Atum, Salute a te.       

                               Salute a Te, il Divenente, che avesti origine da te stesso…”

Atum  vive nel NUN,  Acque Primordiali e Abisso sconfinato che si stende all’infinito e in ogni direzione. Tutto è Tenebra informe, senza aria né luce. Il NUN,  però, non è il Nulla, poiché esiste ed è la materia che successivamente darà la vita al Cosmo o Universo: è la bolla creata da Atum in mezzo al NUN.

Atum vive in completa inerzia in mezzo a tanto tenebrore e si sa che ozio e solitudine, prima o poi, finiscono per fiaccare lo spirito… anche quello di un Padre Eterno. Così, un bel giorno, Atum decide di porre fine alla propria solitudine e procurarsi compagnia.  Lo fa autoprocreando, poiché Egli è il “Grande Lui-Lei, un Essere bisessuale: un maschio ed una femmina.

Ma come andò la cosa? Ci sono due versioni del fatto: lo fece attraverso la masturbazione o il Verbo, la Parola-Divina. La prima è una visione primitiva e fisica della Creazione e la seconda, invece, è una concezione più intellettuale o spirituale. In realtà, i due aspetti sano complementari, poiché la masturbazione spiega l’aspetto riproduttivo della Vita mentre il Verbo, ossia il “Soffio Divino” alitato attraverso le narici, ne spiega l’aspetto spirituale . La prima si trova alla base della Dottrina Eliopolitana e la seconda, invece, della Teologia Memfitica.

Ed eccoci giunti  al mito della “Creazione della Luce e della Prima Alba”.

Shu e Tefnut,  sono i Figli Divini così concepiti.

Shu è lo “Spazio” in mezzo alla “Tenebra Primordiale”, è Luce e Aria.

Tefnut è Umidità e Vapore. Insieme i due costituiscono la “Prima Coppia” in grado di procreare sessualmente. ATUM è stanco della propria inerzia; vuole mettervi fine. Allora chiede al NUN come procurarsi un luogo su cui posare e l’ABISSO gli dice di baciare sua figlia Tefnut : la collocazione dell’Universo o Mondo-Creato all’interno del Nun è, dunque,  un atto d’amore di ATUM,  Il Supremo.

 

Creato l’Universo non resta che creare l’Ank, la VITA.

SHU e TEFNUT  accontentano subito ATUM  e procreano due figli: NUT e GEB, i quali costituiscono la Prima Coppia creata sessualmente. I due all’origine sono una sola cosa: due divine   entità sessualmente avvinte.

Ma SHU è geloso di NUT e la separa con forza dallo Sposo, sollevandola in alto e sorreggendola con le braccia: i Pilastri che sorreggono il Cielo.

Quell’atto del dramma della Creazione Cosmica, però, sarà anche causa e origine della Creazione della Vita: GEB e NUT potranno generare i loro quattro figli.

I loro nomi sono: Iside, Osiride, Seth e Nefty...

Dove andranno a vivere?

Ecco come è descritta nei “Testi di Shu” la comparsa della Luce e della Vita fuori del CAOS:

            “quel soffio di vita che sgorgò dalla gola dell’uccello BENU,               

             in cui ATUM apparve nel Nulla: l’Infinito e la Tenebra               

             e il Mistero Premevo…”

Possiamo, dunque, immaginare una Terra emersa dall’Abisso (fu un monte a forma di piramide ad ON, nome egizio di Eliopoli), su cui andò a posarsi la Fenice, l’Uccello-BENU, Araldo della Vita.

Possiamo immaginarlo nell’atto di aprire il becco e rompere il “Silenzio”  per annunciare la Vita.

Il BENU, La Fenice, dall’aspetto di un grande airone grigio, è  la incarnazione del LOGOS, ossia il Verbo,   che annuncia la Vita.

Il BENU, la Fenice, è  Simbolo e  Principio della Vita: è l’Angelo dell’Annunciazione.

 

La  Fenice

                                      

IL  BENU   o   LA FENICE

 

BENU o BENEV, meglio conosciuto come FENICE, Uccello dell’Annunciazione e Ambasciatrice della Vita e della Luce, è sicuramente il simbolo più affascinante della mitologia egizia. 

I Greci ne tradussero il termine in Phoi-nix, da cui Fenice.

Già Erodoto e Tacito ne parlano, ma nessuno dei due riesce a cogliere il profondo simbolismo del “Principio della Via” racchiuso in questa che è una “Epifania” o Apparizione di Dio.

 

I due autori, infatti, riducono questo simbolo  straordinario AD una splendida, ma semplice favola. Erodono racconta:

“Questo uccello, dall’aspetto di aquila e dal piumaggio d’oro rosso-fiammeggiante, ogni cinquecento anni volava dall’Arabia ad Eliopoli trasportando in un uovo la salma del padre per seppellirla nel Tempio di Ra, il Dio-Sole.”

Si tratta, dunque, di una delle tante leggende sorte intorno a questo mitico uccello, ma che si distaccano notevolmente dal suo vero simbolismo originale.

E Tacito se ne allontana ancora di più con il suo racconto. Egli ci narra che la Fenice si costruisse un nido in Arabia, dal cui interno, dopo cinquecento anni, usciva una nuova Fenice che uccideva il padre e lo bruciava per poi andare a costruirsi un nuovo nido.

 

La leggenda più suggestiva, ma ancor più lontana dal mito originale egizio, è certamente quella che vede la Fenice, sempre dopo cinquecento anni, salire sul rogo di un pira di legni odorosi di resine e risorgere dalle sue ceneri.

                                  

Ma qual è il mito originale nato in Egitto e facente parte della Dottrina Eliopolitana?

Qui, la Fenice non è simbolo di morte, ma Principio di vita e la fiaba greca è lontana anni luce dal simbolismo ieratico egizio.

Nella  mitologia egizia il Benu era una delle forme primordiali assunte da Atum, il Dio Supremo, per annunciare  l’avvento della Vita e della Luce all’interno del NUN, le Acque Primordiali.

Assunto l’aspetto di un airone grigio (al contrario della fiammeggiante aquila del mito greco rubacchiato agli egizi), Atum sale sul Ben-Ben, la prima terra emersa e “aprendo il becco ed emanando il suono” rompe il silenzio della “Notte Primordiale”.

Il Benu o Fenice, è dunque, l’Incarnazione della Parola Divina: il Logos dei greci.

L’aspetto dell’incarnazione in airone non va presa alla lettera (come ha fatto Erodoto) ma come simbolo: si tratta della prima apparizione del Dio Supremo per annunciare la comparsa della Vita e della Luce.

Benu, dunque, è l’Anima di Atum, così come, più tardi, il Ba, sarà l’anima dell’uomo (uccello con testa umana).

Un brano dei “Testi dei Sarcofagi” mette queste parole sulla bocca dell’anima di un defunto:    

                               “Io vengo dall’Isola-del-Fuoco,     

                                dopo aver riempito il mio corpo di Heka.     

                                Vengo come l’Uccello che riempì il mondo     

                                di quello che il mondo ancora non sapeva..”

 

L’Isola-del-Fuoco (O dell’Avvampamento) per molti è stata identificata con Eliopoli, la citta del Sole e l’Heka è l’”essenza della Vita”; l’Uccello, infine,  è il Benu che “riempì il mondo di quello che non sapeva”. E’, cioè, l’Uccello che attraversò l’Universo ancora immerso nella “Notte Primordiale” e giunse ad Eliopoli, la prima terra emersa, per annunciare l’Avvento della Vita e del Tempo, con tutti i suoi cicli ricorrenti: il giorno, la decade, il mese, l’anno e il tempo infinito.

 

          

 

 

 

 

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